In fisioterapia, il percorso riabilitativo non dipende solo dalla terapia prescritta, ma anche (e soprattutto) dalla motivazione del paziente. Una costanza difficile da mantenere, soprattutto nei trattamenti ripetitivi e prolungati, dove il rischio di abbandono è sempre dietro l’angolo. Oggi, la realtà virtuale (VR) sta ridefinendo il paradigma riabilitativo:trasforma l’esercizio in un’esperienza immersiva, più coinvolgente, più personalizzata, più efficace. E apre nuove prospettive nella medicina riabilitativa.
Cos’è davvero la realtà virtuale in fisioterapia
La realtà virtuale applicata alla riabilitazione utilizza ambienti tridimensionali interattivi generati al computer. Grazie a visori e sensori di movimento, il paziente diventa parte attiva dell’ambiente e può interagire con esso: ogni gesto è registrato e riceve un feedback immediato. L’ambiente è sicuro e familiare.
Immaginate una seduta in cui, invece di sollevare pesi, il paziente afferra oggetti in una cucina virtuale o cammina su terreni sconnessi senza alcun rischio di caduta. Non si tratta di fantascienza, ma di una nuova fase della medicina riabilitativa. Dispositivi come Oculus, CAREN (Computer-Assisted Rehabilitation Environment) o soluzioni più accessibili come Wii e Kinect permettono di creare simulazioni realistiche che stimolano la plasticità cerebrale.
Una grande umbrella review (14 meta-analisi, oltre 13.000 pazienti) ha dimostrato che la VR riduce il dolore e migliora l’equilibrio e la funzionalità articolare in pazienti affetti da artrosi, lombalgia e fibromialgia, con effetti positivi anche su ansia e qualità della vita.
Equilibrio e deambulazione: un’applicazione chiave
La VR si sta dimostrando un valido alleato nella riabilitazione dell’equilibrio e della deambulazione. Diversi studi hanno dimostrato che integrare dei “virtual trainer” nei programmi riabilitativi migliora stabilità, coordinazione e capacità di camminare, elementi spesso compromessi in patologie neurologiche e muscoloscheletriche come ictus, Parkinson, sclerosi multipla o dopo traumi ortopedici. Merito del feedback in tempo reale e dell’approccio motivazionale basato sulla gamification, che migliora l’aderenza al percorso terapeutico.
Allenamento cognitivo e supporto alla memoria
Grazie alla possibilità di creare ambienti immersivi e interattivi, la VR consente di progettare esercizi mirati a rafforzare attenzione e concentrazione, ad esempio attraverso attività che richiedono di seguire oggetti in movimento o di mantenere il focus su compiti specifici. In pazienti con lieve decadimento cognitivo o demenza, la VR ha migliorato la capacità di riconoscere e ricordare informazioni fino a sei mesi dopo l’allenamento, con effetti positivi sulla velocità di elaborazione fino a cinque anni.
Gestione del dolore e riduzione dell’ansia
La distrazione immersiva riduce in modo significativo la percezione del dolore, per esempio durante medicazioni o procedure invasive. La VR è infatti in grado di stimolare contemporaneamente più di un senso (vista, udito, movimento), creando un sovraccarico sensoriale che limita la trasmissione dei segnali dolorosi.
Inoltre, esercizi di rilassamento e mindfulness per il paziente possono essere sviluppati grazie alla VR, abbassando ansia e stress.
Rinforzo muscolare e riabilitazione post-chirurgica
Dopo fratture, interventi chirurgici o patologie neurologiche, molti pazienti presentano debolezza muscolare o atrofia. I virtual trainer permettono di sviluppare programmi personalizzati, concentrandosi sui gruppi muscolari più compromessi e fornendo feedback in tempo reale per garantirne la corretta esecuzione.
In ambito pediatrico, studi condotti su bambini con paralisi cerebrale hanno evidenziato un miglioramento della plasticità cerebrale e delle capacità comportamentali quando le terapie includono attività che richiedono problem solving.
Aderenza terapeutica e motivazione al centro
La scarsa costanza negli esercizi domiciliari è una delle principali cause di insuccesso nei programmi riabilitativi. Studi su pazienti cronici e su anziani hanno evidenziato incrementi significativi nell’aderenza e nella durata dell’attività fisica grazie a programmi VR.
Essa è infatti in grado di trasformare gli esercizi in un’esperienza interattiva e piacevole. Consente inoltre il monitoraggio da remoto e un feedback continuo, responsabilizzando il paziente e adattando il livello di difficoltà dell’esercizio alle capacità di chi lo esegue.
Una tecnologia in espansione, ma ancora poco diffusa
Nonostante le numerose e solide evidenze scientifiche, la VR è purtroppo ancora poco utilizzata nella pratica quotidiana.
Un’indagine su 658 fisioterapisti negli Stati Uniti ha rivelato che solo il 7% la impiega regolarmente. I principali ostacoli sono i costi iniziali, la formazione del personale e l’integrazione nei protocolli clinici.
Segnali positivi emergono da una tendenza in costante crescita: grazie a kit sempre più accessibili (oggi disponibili già a partire da 500–1.000 dollari) e a programmi di tele-riabilitazione in rapida espansione, la realtà virtuale sta entrando con maggiore forza nelle palestre riabilitative, sostenuta dall’interesse dei pazienti e dai risultati scientifici.
Per approfondire
- Bhise S. et al. Use of virtual reality in physical rehabilitation: A narrative review. Current Medicine Research and Practice 14(3):p 122-127, May–Jun 2024.
- Tang P. et al. The Efficacy of Virtual Reality on the Rehabilitation of Musculoskeletal Diseases: Umbrella Review J Med Internet Res 2025;27:e64576
- Felsberg DT. et al. Clinician perspectives on virtual reality use in physical therapy practice in the United States. PLoS One. 2025 Apr 2;20(4):e0320215.
- Bateni H. et al. Use of Virtual Reality in Physical Therapy as an Intervention and Diagnostic Tool. Rehabil Res Pract. 2024 Jan 25;2024:1122286.